martedì 7 agosto 2012

Guerre e prezzo del petrolio. Due fenomeni correlati?


Si potrebbe pensare che i conflitti bellici che hanno interessato e che tutt'oggi interessano il Medioriente siano i diretti responsabili delle variazioni del prezzo del petrolio. Purtroppo questa correlazione risulta essere ben più lontana dalla realtà. Una più probabile relazione, forse, potrebbe essere verificata dal fatto che lo scoppio di una guerra comporti la riduzione se non l'interruzione della produzione che a sua volta si riflette in una contrazione dell'offerta e che quindi potrebbe avere come conseguenza forti variazioni dei prezzi. Una visione più accurata del fenomeno porta a considerare come in risposta di una guerra o quanto meno di una minaccia di conflitto nel Medioriente, c’è un aumento della domanda “precauzionale” di petrolio (nel dubbio si tende ad accumulare), la quale a sua volta, porterà ad un aumento del prezzo del petrolio. Tutto ciò è sensibilmente verificabile quando l'offerta di greggio risulta inelastica al pari di quando i produttori attraverso fasi di inefficienza produttiva. In quest'ultima interpretazione, la guerra muove la domanda di petrolio invece che l'offerta. Si ha quindi uno spostamento della curva della domanda poiché i consumatori di petrolio cominciano ad accumulare scorte quando avvertono la sensazione di un'imminente riduzione dell'offerta petrolifera. Questa seconda interpretazione potrebbe aiutarci a spiegare le diverse similitudini e differenze che si sono susseguite durante ogni conflitto bellico.
La più grande limitazione è constatabile dal fatto che grandi movimenti di prezzo sono la conseguenza di cambiamenti inosservabili e a volte di aspettative imprevedibili. Nell'analisi dei conflitti bellici riguardanti l'andamento dell'offerta e della domanda, dobbiamo considerare un ulteriore aspetto che a volte viene tristemente tralasciato: la diversa intensità di variazione dei prezzi che ogni conflitto bellico causa. Per esempio, analizzando i grafici precedenti (2 e 3), possiamo notare come nonostante i tagli di produzione avvenuti in seguito al conflitto Iran-Iraq del 1980 e la guerra del Kuwait 1990, gli effetti che si sono avuti in termini di shock di prezzo sono stati benché diversi: la guerra del Kuwait fece registrare uno shock dei prezzi molto più accentuato rispetto al conflitto Iran-Iraq. Curiosamente però Hamilton (2003) fece notare come nonostante la marcata differenza di prezzi registratasi, la differenza produttiva per ambedue i conflitti fu curiosamente simile: 7.2% e 8.8%.
Un ulteriore elemento che merita attenzione nell’analisi degli shock petroliferi del passato, è il coefficiente tempo di alcuni dei più grandi aumenti di prezzo che hanno visto una forte influenza politica. Per esempio, durante il 1979 l'aumento dei prezzi fu  costante per più di metà anno, questo infatti venne attribuito come conseguenza della Rivoluzione Iraniana (successivamente si assisterà all'entrata in guerra del paese contro l’Iraq 1980). Inoltre, pur non mettendo in dubbio il taglio produttivo di quel periodo come conseguenza della rivoluzione, non è chiaro come i tagli temporanei di produzione avvenuti dopo l'ottobre del 1978 possano essere correlati ad una rapida  escalation del prezzo del petrolio registratasi successivamente al maggio 1979.
Curiosamente è possibile notare come gli aumenti di prezzo del 1979-1980 siano completamente diversi da quelli che seguirono i conflitti del 1990; differenza dei picchi di prezzo raggiunti che si susseguirono nella fase post bellica. Non è chiaro anche il perché di una diversa reazione in termini di variazione di prezzo nonostante la natura degli shock fu identica e neanche un aumento dei prezzi successivo al ripristino delle esportazioni da parte dell’Iran.
L'evidenza pone in luce la mancanza di una correlazione perfetta tra i tagli di output causati dalle guerre e l'aumento del prezzo del petrolio. Invece, l'effetto dipende moltissimo dalla risposta degli altri produttori di petrolio (per esempio Arabia Saudita paese con la più alta capacità di accumulazione) e dalle condizioni della domanda sul mercato del greggio. Entrambe riflettono la condizione macroeconomica globale e quindi pongono in evidenza le eventuali paure dei consumatori in merito al futuro livello di output. Sebbene l'incertezza sul futuro andamento produttivo potrebbe far muove il prezzo di petrolio anche in assenza di fenomeni bellici probabili, un caso di particolare interesse potrebbe essere quello inerente alla guerra dell’Iraq nel 2003. Come si evince da grafico 2 la guerra irachena fu chiaramente anticipata in termini di variazione dei prezzi, questo caso è completamente diverso dagli altri conflitti registratisi in passato. Tutti gli aumenti di prezzo osservati potrebbero essere imputati ad una escalation di incertezza globale. Il confrontando dei dati relativi all'andamento dei prezzi nell'estate del 2002 (quando la possibilità di un nuovo conflitto iniziò ad essere oggetto di discussione) e i prezzi del greggio nel marzo 2003, fecero aumentare il livello di incertezza (a causa di una probabile escalation di conflitto) con variazioni di prezzo che oscillarono tra i 50 e 60 dollari al barile. Questo risulta essere approssimativamente lo stesso ammontare per il quale il prezzo registrò una discesa al termine della guerra.
 Sicuramente, un aumento della paura riguardante l'offerta futura di petrolio che interessa esclusivamente un paese potrebbe estendersi a macchia d'olio anche per i restanti paesi produttori del Medioriente. In particolar modo ogni paese interessato da effetti avversi sulla stabilità politica genererà conseguentemente un clima d’incertezza. Similmente, avversità quali per esempio gli attacchi dell'11 settembre 2001, la guerra in Afganistan, l'invasione del Libano da parte di Israele nel 1982 e i conseguenti scontri con la Siria o la questione riguardante la striscia di Gaza ed i suoi territori occupati hanno delle ripercussioni sulla stabilità politica su tutti i maggiori produttori di petrolio e di conseguenza, ogni evento, può determinare un cambiamento di aspettative sull'andamento del prezzo del greggio. A volte però nonostante questioni politiche rilevanti che abbiano come conseguenza un conflitto bellico non si verificano estreme variazioni dei prezzi, tutto questo porta confermare la nostra tesi in merito alla mancanza di correlazione perfetta tra eventi politici e paura di un'interruzione della produzione petrolifera. Mabro (1998) afferma che in assenza di rigidità della domanda del mercato petrolifero, incandescenze politiche sono  improbabili nello spostare la curva dei prezzi del petrolio.

LS

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